Ti guardo
mentre tu mi guardi:
occhi aperti e attenti
e una smorfia sul tuo volto
che ben presto diventa
largo sorriso.
Ti guardo:
contento dei tuoi versi
di piccola creatura,
stupito.
Sei l'incarnazione di un amore
di cui non sono capace,
un mistero che non riesco
a comprendere:
invidiato in chi lo possiede
senza curarsi della questioni metafisiche,
odiato in me
poichè la sua felicità
fu solo preludio a un lungo dolore.
Ti guardo ancora
mentre scruti attentamente
chi ti circonda:
ogni oggetto e
ogni movimento è
ai tuoi occhi
scoperta e incanto.
Sporge da una sedia
un legaccio di un cuscino,
piccolo nastro di raso grigio:
diviene per te
un nuovo gioco
che vivi intensamente
comunicando la tua gioia
con brevi risate e alcuni
allegri scatti del corpo.
Tutti sorridono.
Io sorrido
e
fissando ancora i tuoi movimenti,
prego:
meraviglia e gioia
siano il tuo passo destro
e il tuo passo sinistro,
speranza il tuo sguardo,
amore il sangue che ostinato scorre nel tuo corpo,
misericordia le tue mani,
grazia la tua bocca;
come vento audace
possa tu erodere la monotonia
del mondo a cui da poco sei nato,
modellando forme nelle dune,
passando tra i rami fermi,
donando sollievo nel giorno afoso.
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