lunedì 28 luglio 2008

I am a willow

Mi trafiggo.
Con suono
di corno inglese
che accompagna la mia
solitudine
di salice,
lungo il rivo.

Intorno a me
chiome rigogliose.

Io, piegato,
in perenne inchino,
ascolto il suono pastorale
mischiarsi ai gorghi
del fresco torrente.

Sento, dura,
su me,
crescere corteccia.

Tutto rami divento
e calvizia di foglie:
sul ceruleo di cielo
essa si staglia.

Sono potato;
mi rimangono solo
profonde radici.

J.S.B.

venerdì 25 luglio 2008

Lei, La città

L'estate per me non brucia di caldo, ma di impossibile. Sono un uomo di fantasia. Spesso vivo un mondo che scorre più veloce del tempo, un mondo dove io sono anticipatore del presente: cercando di correre spero di arrivare prima alla meta, consapevole però che il traguardo si raggiunge solo a tempo debito. Maratoneta inesperto che cerca di affrettare il passo, perchè, dopo tutto, la velocità aiuta a percorrere gli spazi più in fretta. Il percorso è però dannatamente lungo e la meta si nasconde e sembra scappare e allontanarsi mentro io cerco di avvicinarla. Ed ecco la disperazione del corridore: le gambe fremono nello sforzo agonistico, il cuore ormai non ha più un posto preciso nel corpo, perchè ora è nella spalla, ora nello stomaco, poi nei piedi e poi nella testa e poi, ad un tratto comincia a latitare e celarsi, fino a non farsi più sentire. Lungi dall'essere il preludio del tracollo, è solo un modo come un altro di reagire all'ennesima illusione, un modo di soffrire tacito e segreto..
Tutto questo perchè c'è lei.
Inconscia e inconsapevole di quello che ogni suo sguardo ha cominciato a provocare: inesplicabile reazione a catena. Non voluta, non pensata, non meditata. I, almost stony, am goin' to melt.
Lei che invece di donare salute (ovvero salvezza) come voleva Dante stilnovista, dona ansia, agitazione, frenesia, sforzo estremo. Non un porto di pace ma un mare furente dove, sballottato non posso fare altrimenti che opporre a questo maelstrom di pensieri un lume di razionalità. Qui non c'è sapere aude nè categorie aristoteliche: i moti di questa tempesta sono troppo tenaci e io, che pensavo essere esperto navigatore, mi trovo tossed and shaken.
Woe to me! La colpa è mia.
Il rischio di vivere in advance of time è proprio questo:non osservare bene i particolari che potrebbero darti alcune risposte chiave, non ponderare il costo, ma lanciarti come un paladino don chisciottesco, così preso come sono dal parto della mia mente e del mio desiderio.
Due sono le cose che illuminano certe mattine: i suoi occhi e una piccola pietra lucente fra le sue dita. La prima attira, la seconda trafigge impietosamente. La prima illumina, la seconda è come i lampi nel notturno che volge a tempesta: evidenzia soltanto che in arrivo vi è uno scroscio di pioggia pesante e fredda, stillicidio che scalfigge la pelle.
Resta ancora una via per uscire out of this tempest: to put myself aside, cioè, per rubare un espressione a Dante, far per viltade il gran rifiuto.
Non ci riesco.
Quella prima luce è più forte. Devo "confessare".
Lo farò a mio modo però: con uno scritto. Non come gli adolescenti che mancano di coraggio; ma con la voglia di dare forma alla tempesta stessa proprio nello scrivere. Torna qui la mia convinzione: la parola come riflessione, come catarsi, come formatrice, come momento di chiarimento. Forse questo piccolo componimento sarà sommerso da tante altre pagine o forse cadrà in un bottomless pit, forse non arriverà nemmeno a destinazione.
Come al solito, la voglia di dire e la vergogna di espormi (per tema d'essere canzonato o frainteso) si combattono incessantemente. Nel silenzio.
Sei bella, you walk in beauty, e come direbbe un grande poeta italiano, Michele Mari (che qui cito very loosely), ti riassumi nei tuoi occhi.. azzurri, grandi,letali.
Io, che ti ho vista così poco, ne sento già tutta la loro grazia, la loro forza, il loro essere così spietatamente attraenti. Ma questa è un'altra storia, che forse non ti giungerà mai all'orecchio.

Direttamente dai miei taccuini di aspirante scrittore.

Lei, La città

A causa tua
questa città è diventata
grande
più delle sue ridotte dimensioni
e
piccola
più di un rione di poche case.

Grande
perchè camminando
nelle sere estive,
fra i tanti volti che popolano
le vie,
non ti trovo.

Piccola
perchè essa si è ridotta
a te.


J.S.B. - scritta il 25/07/08

venerdì 4 luglio 2008

Riflessione

Seduto al tavolo, privo di ogni distrazione, mi trovo davanti ai libri.
Sono consapevole che le equazioni e i numeri danno pane per mangiare.

Ma le Lettere, oh sì, le Lettere, nutrono l'anima e sono la mia vita.

Aeronautical engineer by choice, Writer and humanist by vocation.