martedì 23 dicembre 2008

Dopo un silenzio

Una delle mie ultime riflessioni. Sarà mai poesia? Non lo so.
Perchè, dopotutto, vorrei che queste parole non fossero precise e capaci di definire tutto come su un vocabolario, quanto, piuttosto, vorrei fossero come impressioni, macchie di colore, fotografie forse un po' sfuocate che suggeriscono, ma in cui si possa vedere molto di più di quanto il contorno definito possa dire.
Mi rimetto alla clemenza e alla immaginazione di chi leggerà.

J.

"L'odore di matita cancellata"

L'odore di matita cancellata
e il gesto divertito
di soffiar via con decisione
la strana amalgama di grafite e gomme sintetiche,
mi ricorda
dei pomeriggi a scuola,
quando messo nuovamente il grembiule azzuro,
dopo l'intenso giocare a calcio contro un cancello
e le fantasiose impersonificazioni

- "Io sono tal dei tali",
"Facciamo Juve contro Toro",
"No" esclamava un bimbo smaniosamente
che voleva una sfida ancora più esaltante,
"Facciamo Milan contro l'Italia tutta" -,

si tornava alla grigia aula,
passando per i corridoi che,
brulicanti la mattina di visini,
ora assistevano impietriti
alla processione verso i banchi:
verdi,
uniformi,
uguali,
puliti.

Due ore di esercizi di scrittura:

ora le "a"

ora le "b".

Le mie "emme"
avevano sempre
più colonne e più archi del necessario.

Le sapevo scrivere:

ma fin da piccolo
ho sempre creduto
nell'ortografia dell'immaginazione.